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Il mio primo pompino a Bolzano


di Curiosone72
05.01.2022    |    15.075    |    7 9.7
"Mi sentivo quasi tremare dalla voglia di provare a farmi toccare e , perché no, avrei voluto toccare anche il suo, sentirlo duro dentro la mia mano… Ed è..."
Questo è il primo racconto che scrivo. E' una storia vera, la mia storia, e spero di riuscire a scrivere anche di due altre situazioni della mia vita in seguito. Non sono tipo da fare ricami o da rendere più piccante il resoconto,mi spiace, ma eccoci a noi.
Era il 1990, avevo 18 anni compiuti da qualche mese, frequentavo il terzo anno di un istituto turistico a Venezia (eh sì, a scuola ci sono stato un anno in più..) e mi trovavo nel classico periodo in cui non hai la "morosa" e con gli amici fai sempre le stesse cose. Ed è stato così che ho deciso di prendermi un fine settimana per provare l'ebbrezza di un viaggio da solo. Non ricordo nemmeno che bugia abbia inventato a casa, ma fatto sta che con un po' di prenotazioni mi sono trovato su un inter city diretto a Bolzano, uno zainetto per valigia e il walkman sulle orecchie. Arrivato, l'hotel non era distante dalla stazione e a piedi ci sono arrivato facilmente. Una volta sistemato in camera, si era fatta quasi ora di cenare, così mi sono cambiato e sono sceso tutto eccitato dalla nuova esperienza in cerca di un fast food, ricordo ancora adesso che mi pareva di avere il mondo in tasca.
E qui inizia la parte piccante.
Poco fuori dell'hotel c'è un signore che mi ferma: mi ricordo benissimo che aveva un cappotto grigio, capelli neri solo ai lati e baffi neri; l'età non la saprei dire, sembrava vecchio ai miei occhi di diciottenne, ma magari ne poteva avere meno di quaranta, si sa che quando sei giovane tutti sembrano anche troppo adulti. Mi ferma e mi dice :
"Mi scusi, ho bisogno di un'informazione"
" Scusi, non sono di qui - rispondo io -, ma fino alla stazione ci so arrivare"
A questo punto il signore tergiversa e comincia a dire: "No, non importa, non si preoccupi" e tutte frasi così, al che io per gentilezza insisto che provi a dirmi cosa ha bisogno di sapere.
"No, è che io sono bisex - mi dice - e l'ho vista e sa, mi piacciono le persone giovani come lei".
Io a quel punto sono rimasto di sasso, veramente non sapevo cosa dire o fare, in più il signore mi dava del lei e la cosa mi spiazzava. Mi dice di chiamarsi Martino e si scusa molto garbatamente per avermi fermato, quasi sta per salutarmi ed andarsene che però qualcosa succede. Molto semplicemente è successo che finché lui parlava ho sentito crescere in me l’eccitazione, o meglio mi son trovato senza accorgermene con le mani nelle tasche dei jeans a toccarmi il cazzo, che da solo aveva deciso di diventare duro come il marmo. Mi sentivo quasi tremare dalla voglia di provare a farmi toccare e ,perché no, avrei voluto toccare anche il suo, sentirlo duro dentro la mia mano…
Ed è stato così che le parole mi sono uscite da sole di bocca : “Senta, ma lo sa che quasi quasi…?” Ricordo ancora la sua faccia tra lo stupito ed il felice; io avevo anche la camera d’albergo e in due minuti eravamo sulle scale davanti alla porta. Siamo entrati, non ci siamo spogliati ma siamo rimasti in mutande e maglietta (ricordo che lui aveva quei boxer osceni che andavano di moda a fine anni ottanta, quelli con tutti i disegnini ripetuti, per capirci), io mi sono steso sul letto e lui seduto, sempre sul letto. Ero eccitato e teso come una corda di violino, non vedevo l’ora che la sua mano mi toccasse, quando finalmente la sentii partire dalla coscia e salire piano piano fino a toccare lo scroto e carezzarmi il cazzo durissimo. Appena lo sentì fece un sorriso e disse qualcosa tipo “Ah, però, non vedevi l’ora”, io invece mi sentivo bruciare dalla voglia di sentirlo nella sua bocca. Mi accarezzava il cazzo con una delicatezza infinita, su e giù, poi ancora su, poi ancora giù, e così per un bel po’, tanto che mi pareva di esplodere da un momento all’altro. Io mi spostai un po’ indietro così che lui potesse venire più vicino a me, finalmente le sue mani presero i miei slip e li tirarono lentamente giù.
Il cazzo svettava dritto, lui cominciò di nuovo ad accarezzarlo ed io andavo in brodo di giuggiole, non capivo più niente, volevo solo che cominciasse a baciarlo con la bocca. Ad un certo punto mi stupii di me dicendogli: “Per piacere, succhialo che sto morendo di voglia”, allora lui fece un sorrisino furbo e avvicinò la bocca alla cappella e con la lingua lo toccò appena appena due o tre volte, poi mi mise la mano sinistra sotto il culo, io un pochino mi irrigidii ma mi rasserenò subito che non avrebbe fatto nulla. Adesso era pronto: avvicinò la bocca di nuovo, la aprì poco e si mise a succhiare la cappella, sempre piano con molta delicatezza; andava avanti ed indietro avvolgendola con la bocca, poi la leccava da giù verso su, poi ancora la succhiava. Io istintivamente cominciai a muovere avanti ed indietro il sedere, volevo sentire il dito che mi stuzzicava; lui lo capì subito e iniziò a fare ditino attorno al buchetto, per me era una sensazione mai provata, mi eccitava ancora di più e non ne potevo fare a meno,muovevo il culo attorno al suo dito guardandolo ingoiarsi la mia cappella, avrei voluto non finisse mai.
Per me era tutto nuovo, se inizialmente ero stato titubante, anzi anche un po’ sdegnato dalla sua proposta, adesso ero completamente preso; allungai il braccio per toccargli il cazzo, era la prima volta che ne toccavo uno che non fosse il mio, lo toccai, lo sentii bello duro e lo strinsi. Lui a quel punto disse qualcosa tipo”vai su e giù”, ma non ci fu tempo perché appena iniziai a segarlo mi uscì il primo getto di sborra che gli finì sulla bocca e sui baffi. Lui fu subito pronto: con la mano tirò verso indietro per fermare la sborrata, si mise con la bocca per ricevere il nettare, poi allentò un po’ affinché ne uscisse un altro po’ e lo ingoiò, poi ancora strinse e ancora rilasciò, e così finché in tre/quattro colpi uscì tutto e bevve tutto. Io guardavo tutto incredulo ed eccitato, mi pareva di stare sulla luna tanto ero preso.
Ero giovane, avevo avuto solo storie con ragazze, due per la precisione, la prima un disastro la seconda meglio; non ero mai stato con un uomo, nemmeno mi era mai sfiorata l’idea, ma quella sera, quei quindici minuti, mi avevano mandato in estasi. Non ho mai più ricevuto un bocchino del genere, sarà stata la novità, sarà stata la trasgressione, ma a distanza di tutti questi anni ancora pensarci mi rizza il cazzo.
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